Contorni
domenica 16 ottobre 2011 @ 09:14
Poi una sera il primo freddo.
Una sera e basta.
C'è poco da dire.
Non si ha interesse per niente che non sia bene in vista.
Anche l'angolo più buio, dietro quella panca divorata dai topi
è segnata dalla luce gialla di un lampione.
Il riccio
giovedì 14 aprile 2011 @ 12:17
Il riccio
Le calze sdrucite, sul balcone nessuno poteva aiutarti.
Il parco era troppo silenzioso, troppo freddo.
Il problema erano quelle calze strappate.
O quel freddo che congelava le ossa.
Non potevi camminare così.
Ancora per molto.
Si dice.
Pensavano tutti ai rovi.
Al fatto che gli ubriachi volino fra i rami spesso e volentieri.
O rimangano come ricci abbagliati dalle macchine.
Anche se la strada era libera.
Era l'equilibrio che mancava e ridevano tutti.
Così oggi quel timore da riccio. Oltre ogni giudizio.
Che guarda a destra e sinistra... che fiuta l'aria...
che punta gli occhi alla notte.
Ed aspetta il momento buono.
Il momento giusto.
E cerca di indovinare qualsiasi vibrazione, immobile sul marciapiede.
Folle
giovedì 16 dicembre 2010 @ 15:34
Dalla finestra non si vede che ghiaccio...
uno strato sottile come una carezza.
Il taglio della luce, dalle persiane
mi ferisce, mi fa sanguinare
la poca pella nuda.
L'unghia strappata, ed una foto appesa dentro l'armadio.
Scheletri?
Chi ha parlato di scheletri?
Ho solo la foto di un luogo e di un'ombra.
C'era qualcuno in alto che controllava le stelle.
Le contava. Ogni notte.
Maniacale insonnia di guardare il cielo.
Poi un giorno, d'un tratto
non lo sopportò più. Quel cielo.
La vastità non può essere raccolta.
E l'uomo vuol sempre dar nomi a tutto.
Fino alla follia.
Sonno
mercoledì 1 dicembre 2010 @ 06:21
Il sonno
Il caldo è buono. Il caldo è sogno.
Qui passano le giornate senza rendersene conto.
E siamo fatti tutti d'ovatta: la casa, il tetto e la strada.
Gli uomini camminano senza pensare.
Esistono senza dire.
Come se un pensiero non dovesse mai arrivare agli occhi.
Mi manca quella spinta. Quella spinta sopra il burrone.
Quel respiro spezzato in gola come una preghiera.
Due soldi
sabato 21 agosto 2010 @ 16:25
Perchè ti ripari la testa?
Nessuno riesce a fasciarla meglio di chi s'aspetta di cadere:
finirò sotto al letto in mezzo ai pantaloni impolverati,
con un grande mal di testa.
Finirai in un molo deserto a guardare i sassi.
Ognuno finirà da qualche parte ed in qualche modo.
Sembra un ritornello da bambini.
E si ritorna sempre così,
dopo ogni volta.. un pò più infantili
a giocare con niente.
Ho poche monete e non ho tempo.
Ho davvero poche monete ora.
Paese - Interno 12 -
venerdì 30 luglio 2010 @ 12:52
Le campane non scandiscono nulla,
agglomerate sonore di se stesse.
Poche spighe nei cambi e rumori di ciabatte strascicate nell'aia.
L'immobilità di questa sera è irritante come un rifiuto.
Si respira tutto il passato come un divieto:
immagini che non ci sono più, volti nascosti.
Come insetti di cui senti il ronzare, ma non l'immediata presenza.
Non si ha voglia di nulla in serate così.
Ed i vecchi lo sanno, pacifici alla trattoria:
rimangono immobili a mescolare tutte le carte rimaste.